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  • Andrea Bufo

Tarsia, capitale della memoria


Tarsia ( Cosenza) - Un fine settimana particolarmente importante per Tarsia e la sua comunità. Sabato scorso infatti è stato inaugurato, nei locali della struttura polivalente del comune, il Museo Civico e della civiltà contadina e dell’artigianato. Documenti, macchinari, strumenti che ben descrivono la laboriosità di questo territorio sin dal passato e mirano a conservare la memoria delle antiche professioni contadine che animano queste terre per secoli. Nella sala “Pompeo Alessio” sono stati anche presentati documenti e pergamene antiche mentre cittadini e ospiti sono stati intrattenuti con musica e canti tradizionali.


L’inaugurazione è stata anticipata dal conferimento, presso la Sala Consiliare del Comune di Tarsia, della Cittadinanza Onoraria a Francesco Vivacqua, alla presenza della Giunta Comunale e del sindaco Roberto Ameruso: “Stiamo facendo un percorso sull’identità ritrovata, che ha una sua visione di fondo nel turismo della memoria, turismo che possa promuovere il territorio e tutte le sue memorie: per questo l’offerta spazia dal museo di Ferramonti al Museo Civico e della Civiltà contadina”.

Domenica presso il Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia sono intervenuti il sindaco di Roberto Ameruso, Piera Levi-Montalcini, Presidente dell’Associazione Levi-Montalcini, il regista Alberto Negrin, Nadia Mazzon, direttore di Cultura & Solidarietà, Francesco Vivacqua, Presidente di Cultura & Solidarietà e Maria Cristina Parise Martirano, Presidente Comitato Dante Alighieri di Cosenza. Hanno fatto gli onori di casa Teresina Ciliberti, direttrice del Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia e Roberto Cannizzaro Consigliere Comunale delegato alla Cultura del Comune di Tarsia.

Si è trattato di un momento particolarmente significativo perché ha dato modo di ripercorrere quelle che sono le vicende legate alla vita del più grande campo di internamento italiano. Attraverso le sale del museo ci si può fare un'idea di quelle che erano le condizioni di vita degli internati e del loro rapporto con la comunità locale.

Francesco Vivacqua, nel suo intervento ha sottolineato l'importanza di far conoscere la storia del campo di Ferramonti sia a livello nazionale che internazionale per cercare di preservare una memoria condivisa, nel senso più ampio ed inclusivo del suo significato: Una memoria legata ai problemi contingenti, all'ambiente, al territorio e al lavoro.




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