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Lobby, al via l’operazione per scrivere una legge attesa da 20 anni
L'Esecutivo punta ad arrivare alla legge sulle lobby entro la fine de 2024
Se ne parla da molto tempo e ora forse si vede la luce in fondo al tunnel. Composta da superesperti, istituito dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, l’onorevole Nazario Pagano di Forza Italia. Diciannove costituzionalisti si
confronteranno sulle problematiche legate innanzitutto alla definizione del perimetro di attività delle lobby, sui limiti e sul conflitto d’interessi. Nel precedente governo erano stati presentati diversi disegni di legge. La speranza era di arrivare a
un testo prima della fine della legislatura. Ma poi le cose sono andate diversamente. E ora si riparte
con il Governo di Giorgia Meloni.

L’avvio voluto da Pagano lascia ben sperare. I diciannove studiosi saranno divisi in tre gruppi, tra “comparatisti”, per “la ricognizione della normativa esistente” e per le “riforme possibili e sostenibili”. Dal confronto si dovrebbe arrivare alla
definizione di una normativa nazionale per la regolamentazione del sistema della rappresentanza di interessi. Gli auguri di un grande successo arriveranno senz’altro da Francesco Vivacqua l’unico ad avere la rappresentanza di interessi sia nel Parlamento Italiano che in quello Europeo. Oltre che da Nazzareno Di Stefano, esperto in relazioni Istituzionali e Responsabile Relazioni Esterne del Comitato Atlantico per l’Italia.

Francesco Vivacqua è presente dal 2020 nel Parlamento Europeo, oltre che in quello Italiano, per multinazionali italiane ed europee, e conosce i punti di forza della realtà Europea che consentono un’attività strutturata nei rapporti con le Istituzioni.
Peraltro corre voce che la sua attività, in Europa, sia molto apprezzata e portata come esempio sia tra i lobbysti tedeschi che francesi. I più attrezzati e competenti nel mondo delle lobby. Certo le resistenze sono ancora elevate, soprattutto tra le multinazionali e le aziende di grandi dimensioni e le associazioni di categoria.. L’indagine conoscitiva avviata è un fattore positivo. Ci si augura che tra i primi argomenti si concentrino soprattutto sulla necessità di accesso alla professione con una formazione di base specifica e sull’avere poche regole, chiare soprattutto per chi lascia lo scranno da parlamentare e poi passa al lobbysmo. Così anche l’Italia potrà finalmente avere il suo quadro regolamentare in un settore che potrebbe consentire, per lo meno nella formazione delle normative e nelle leggi, quell’equilibrio che in politica manca..