- A cura di Teresa Tardia
Cultura e sfide con Daniele Gallo DG di Uniuma “P.M. Loria”
Sono in compagnia del saggista, scrittore, giornalista Daniele Gallo, nonché direttore della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici “P. M. Loria” (Decreto Ministeriale 30-09-2005). Una persona molto amabile, sorridente, dotato di carisma e gentilezza e con un savoir-faire impeccabile, cortese molto disponibile a parlare delle sue esperienze ed emozioni.

Grazie professor Gallo per avermi rilasciato questa intervista. Quali sono le sfide che ha accolto nel dar vita a questa università all'interno di un contesto molto vivace come quello della Umanitaria?
Grazie per questa possibilità, per portare a conoscenza della gente la realtà molto preziosa di Uniuma “P.M. Loria”. La sfida è una bella parola, vuol dire obiettivi da porsi e stimoli da esprimere; in questa accezione la prima sfida è quella di proporre nuove professionalità, verso ragazzi e ragazze (gli studenti!) che dopo aver acquisito delle competenze linguistiche molto profonde, vanno ad arricchirle di competenze e conoscenze in alcuni ambiti specifici: umanistico come il diplomatico o economico come il business, il digitale e la progettazione di realtà turistiche. La sfida è proporre nuove professionalità utili al mondo del lavoro del futuro e per costruire una realtà professionale nuova e diversa.
Ho colto che per lei è una sfida umana e professionale…
Si è una sfida per proporre alla società nuove figure professionali, che raccolgono una eredità etica di tesoro da valorizzare, nella prospettiva di riconosce l’altro nella persona e centrale nel proprio percorso umano, filosofico, storico, antropologico. Quindi profili professionali, ma che abbiano il carattere dell’Umanitaria, ossia l’attenzione all’altro, solo così sarebbero proponibili come persone complete: professione e umanità, professione e cuore - la società ha bisogno di questi due ingredienti.

Foto: Il direttore generale Prof. Daniele Gallo
Quali sono i vantaggi di questo corso di studi rispetto agli altri?
Abbiamo cercato di innovare un po’ la Ssml - Scuola superiore per Mediatori Linguistici, che raccoglie l’eredità della vecchia scuola che forma interpreti e traduttori. Come “P.m, Loria” abbiamo voluto arricchire questa proposta inserendo per primi, nel panorama nazionale, degli interessi e degli indirizzi che andassero a completare il sapere meramente linguistico. La parte innovativa è l’inserimento di nuovi percorsi. Con l’inserimento di questi indirizzi, come il dipartimento umanistico ed economico, la professionalità dei ragazzi al termine del ciclo del triennio sarà più completa, più vasta e articolata. Partiamo dal presupposto che è bene conoscere le lingue, ma è bene sapere cosa dire, rischi di sapere la lingua, ma di non avere i presidi cognitivi e le conoscenze sufficienti per esprimere una adeguata professionalità. Oramai tutti sanno l’inglese, magari non bene e in modo superficiale. Fornire dei profili competitivi vuol dire: proporre delle personalità culturali molto più articolate e profonde dove si conosce una prima lingua molto bene, una secondo lingue bene una terza lingua abbastanza bene, per sapersi muovere in ambiti professionali la cui conoscenza è stata acquisita e perfezionata anche attraverso sette otto corsi specifici: non un sapere superficiale, ma profondo e articolato.
Come si colloca l’università rispetto alle altre nel contesto italiano?
È una università dell’interpretariato e traduttori, ma che ha intercettato la crisi di lingue e letterature straniere, i numeri di questo istituto/università sono in flessione da almeno 10 anni. Ecco, questa università raccoglie sia il senso delle lingue degli interpreti e traduttori – quindi un senso professionalizzante, sia il senso culturale che lo rappresenta: la letteratura ad esempio - di quello che è andato perso attraverso la rinuncia in passato delle matricole e di quella che è la ricchezza delle lingue da un punto di vista letterario e culturale. PM Loria ne esce coniugando questi due saperi, uno molto professionalizzante, l’altro più culturale e colto - la lingua e il suo mondo culturale che lo rappresenta - la letteratura. Già le immatricolazioni sono in crescita: si temeva molto la crisi sanitaria ed economica legata al Covid-19; credo di poter dire che siamo a metà della stagionalizzazione delle iscrizioni dove mancano circa 3 mesi per partire - i numeri dicono che non solo abbiamo neutralizzato la flessione (che coinvolge tutte le università!) ma plaudiamo a una crescita.

Foto: Il portici nella sede dell’Università
Quali sinergie possono nascere con una organizzazione come quella dell’Umanitaria?
Questo è uno dei fiori all’occhiello. Chi si iscrive alla “P.M. Loria” si scrive a un mondo. Io da sempre tengo in grande considerazione l’extra-didattica: la laura si compone della conoscenza degli esami, la persona laureata si compone di competenze acquisibili nel quotidiano con la presentazione di libri, eventi e congressi; incontro con gli altri, saggisti ecc. - che possono illuminare e spiegare la realtà. L’umanitaria è esattamente questo: ogni settimana vi è un evento a cui i ragazzi possono partecipare. Quando ci si iscrive alla “P.M. Loria” si è soci di diritto e titolati a partecipare e presenziare a innumerevoli eventi. Ne cito due e sono quelli a cui tengo maggiormente: a novembre l’Umanitaria ricorda il femminicidio e la violenza contro le donne e organizza eventi dove vengono rappresentate tutte le dinamiche dal punto di vista sociale, antropologico, giuridico, criminale. Un altro evento che indico con energia e ardore: è la giornata della memoria della Shoah del ricordo di questo scempio umano: tanto più sarà evitabile quanto più sarà ricordato nelle coscienze dei giovani. Tutto questo è estremamente formativo per il sapere umano.
Qual è il percorso di studi ideale per lei della sua Università?
Il percorso ideale è quello che sceglierei io e che farei scegliere ai miei figli: è il terzo indirizzo del dipartimento umanistico, ossia il dipartimento che si chiama progettazione multiculturale, è la specializzazione che permette ai nostri ragazzi di essere mediatori linguistici e anche culturali. Essere ponte di questa contemporaneità: far emergere il dialogo inter-culturale, inter-religioso, inter-etnico e quindi prendere dall’altro, dall’altrui e dall’alterità quanto di meglio ci sia per arricchire questa realtà. Il futuro è impostato sull’intercultura: la interrelazione tra mondi diversi, ponti e non muri. I ponti si costruiscono con il progetto: l’interculturalità: essere al servizio dell’altro per arricchire noi stessi. Quello che sogno per i miei ragazzi è quello di essere parte attiva nel costruire la società e saper relazionare le lingue e le culture.
Quali sono le sfide che ha colto nel dar vita all’Università Uniuma dell’Umanitaria?
L’aspetto più innovativo è che alla fine del percorso di studi sei già un potenziale professionista nel mondo del lavoro. È estremamente professionalizzante e innovativo. Sono tre anni volti all’offerta formativa, tre anni in cui con il tirocinio di 150 ore nel mondo del lavoro si inizia ad apprendere la grammatica del lavoro, e dopo la laurea i ragazzi si impiegano in contesti anche definitivi con non più di 5 6 settimane (circa due mesi dalla laurea) e lavorano tutti: questo è indicativo sul contesto nazionale perché gli altri non hanno i dati così incoraggianti

Foto: La sede dell’Università all’interno del Chiostro Dei Glicini
Come coniuga il suo ruolo di giornalista, scrittore, professore con quello di guidare una università nuova, innovativa nel panorama dell’offerta formativa nazionale? Per Lei come uomo cosa vi è cosa vi è di nuovo?
Vivo di stimoli, l’umanitaria nella sua offerta generica di impulsi e scosse elettriche è su tutti gli argomenti della contemporaneità. I ragazzi con l’università mi danno moltissimo, sono i primi stimolatori con i loro interessi e le loro curiosità; la progettazione del loro futuro da moltissimo. Per fortuna ho tante declinazioni. I ragazzi molte volte mi vogliono professore, altre giornalista, altre ancora esperto di sociologia nell’approfondimento di alcune dinamiche relazionali. Amo condividere con loro gli scritti, mi stimolano e mi danno tantissimo: io sono in mezzo a queste due ricchezze, la ricchezza dell’umanitaria che mi dà tantissimo e la ricchezza dei ragazzi che mi dà altrettanto.
Grazie professore per questo contributo innovativo e interessate nel panorama formativo.