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  • Giuseppe Zhang, Montecitorio, Roma, 21-02-2020

«COESIONE SOCIALE TRA CINA ED ITALIA»


Buongiorno onorevoli, signore e signore, fratelli e sorelle in Cristo, Grazie per il gentile invito del Dott. Vivacqua, sono proprio lieto di poter partecipare questo evento, e mostrare la mia gratitudine ai miei carissimi amici italiani.



1. Amicizia tra Italia e Cina


Nella storia, tra la Cina e l’Italia abbiamo avuto una lunghissima amicizia e collaborazione. Tramite la via della seta antica, il popolo romano ha potuto avere una conoscenza entusiastica del Paese dell’Oriente. In passato ci sono stati tanti Italiani che si sono recati in Cina per poter ammirare il Paese della Terra di Mezzo, come Marco POLO, Matteo RICCI, ecc. Negli anni 70°, il presidente del senato Vittorino COLOMBO, nel viaggio del 1971, grazie alla sua richiesta, fece riaprire la cattedrale di Pechino: la prima chiesa aperta dopo la rivoluzione culturale cinese.



2. Come la cultura cinese intende la coesione sociale


Il confucianesimo ha dominato per tanti secoli la storia e la cultura cinese, l’ha influenzata in tanti settori, fra i quali le relazioni sociali, soprattutto nella solidarietà, nel campo aiuto reciproco. Questa tradizione si tramanda innanzitutto nelle famiglie, tra i compaesani, nello stesso clan, anche fra i cinesi che vivono all’estero: in questi ambiti ci si aiuta reciprocamente. Quando una persona o una famiglia si trova in difficoltà, ci si sostiene insieme per superarle. In cinese si dice “一方有难,八方支援” 和“同舟共济”,cioè se uno trova una difficoltà, arriva il sostegno da tutti gli amici intorno.



Vorrei spiegare questo tema con la situazione della epidemia del coronavirus (Covid-19). Oggi la Cina è in crisi per una situazione di difficoltà, invece, in Italia, mi spiace tanto, si è scatenata una psicosi assurda con derive razziste verso la popolazione cinese residente. Di fronte questa epidemia, oltre al governo cinese che ha fatto di tutto per poterla fermare, in Cina, ci sono tante associazioni che stanno lavorando fortemente per dare il sostegno essenziale sia per poter aiutare la nota città di Wuhan e altre città. Anche nell’ambito ecclesiale diocesi, Caritas e parrocchie stando raccogliendo denaro per aiutare le famiglie dei fratelli malati. In Italia, le comunità cinesi di varie città si impegnano tanto di aiutare la patria. Ci sono due assistenze in corso:


  • Assistenza materiale

Innanzitutto, i fratelli cinesi all’estero spesso aiutano la loro patria per varie difficoltà: per esempio, quando è cominciato l’epidemia del coronavirus, le camere di commercio della comunità cinese di varie città, hanno già agito efficacemente per aiutare la patria. Per esempio la comunità cinese di Milano hanno annullato la sfilata del capodanno cinese 2020 di Chinatown, e con il soldi raccolti per la festa, hanno comprato le mascherine e altre risorse sanitarie da inviare in Cina. Seguendo l’indicazione di Papa Francesco, anche la comunità cattolica cinese di Roma e Milano, in cui ho fatto personalmente apostolato per 10 anni come il cappellano, abbiamo raccolto soldi e collaborando con l’elemosineria pontificia e abbiamo comprato 700,000 mascherine per donarle a varie località nella patria.


  • Assistenza spirituale

Ora in Cina, oltre in qualche grande città come Pechino e Shanghai dove le chiese sono ancora aperte per il culto religioso, altrove le chiese sono quasi tutte chiuse. I fedeli sono bloccati a casa e non possono uscire, anche i confratelli sacerdoti rimangono a casa o nelle canoniche, e non possono fare il servizio liturgico. I fratelli si sentono abbandonati e fragili. Noi viviamo in Italia, un paese libero, io e con i miei amici alcuni sacerdoti e suore cinesi, ci rendiamo conto che abbiamo una grande responsabilità di aiutare i fratelli che vivono in questa situazione e per aiutarli a superare un momento molto doloroso. Perciò con alcuni amici abbiamo creato qualche gruppo di chat, cominciando usare WeChat per tramettere in diretta la nostra messa domenicale. E anche ogni giorno e troviamo qualche momento fisso di preghiera per recitare il rosario o la via crucis con loro, perchè i fratelli cinesi non si sentano abbandonati, con la nostra preghiera, possono trovare la luce e fiducia del nostro Signore.



3. Coesione sociale Italia e Cina


Italia e Cina abbiamo sempre collaborato nell’ambito sociale ed ecclesiale, per esempio nelle mie 10 anni del servizio apostolato per la comunità cinese d’Italia, ho collaborato con la Caritas, vare associazioni, con tanto amici italiani, abbiamo aiutato numerosi fratelli cinesi immigrati a integrarsi meglio. Anche in questo periodo della epidemia del coronavirus, il presidente Sergio Matarella e i vari funzionari del governo italiano hanno agito e dato il conforto ai fratelli cinesi. Anche nelle vare città, tanti amici italiani hanno aiutato la comunità cinese locale e governo cinese per farlo superare questo momento difficile, ci aiutiamo reciprocamente ad affrondarlo, mi auguro che ce la facciamo presto.


Quest’anno festeggiamo 50° anniversario dei rapporti diplomatici Italo-Cinesi. In questa occasione, vorrei fare un appello a tutti gli amici italiani che si impegnino durante questo evento storico a impegnarsi forte per aiutare il mio paese ad aprirsi di più al mondo, perchè possa promuovere più efficace i valori universali, soprattutto i diritti fondamenali della conoscenza per il popolo, anche facendolo conoscere di più al mondo oltre la cortina che creato per il controllare la gente che vive sotto la difficoiltà. Sono sicuro che diffondendo di più i diritti fondamentali, nel futuro, non accadranno più come catastrofi come l’epidemia del coronavirus.


Aiutiamo il «Capo» a rispettare le religione, affinché i bambini cristiani possano andare liberamente alle parrocchie per catechismo e il culto, i cristiani possano celebrare liberamente il Santo Natale e altre feste ecclesiali. E affinché i confratelli sacerdoti possano evangelizzare liberamente portando la luce di Cristo che illumina il popolo che vive nel buio: la Cina ne ha tanto bisogno.


Grazie le vostre attenzione e il Signore Vi benedica e Vi dia il centuplo.

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