- A cura di Teresa Tardia
U.MANO: Arte e scienza alla Fondazione Golinelli
Il 19 novembre si è inaugurata la mostra U.MANO curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi: il percorso espositivo sarà visitabile fino al 2 aprile 2020 è sarà interamente dedicato allo sviluppo dell’uomo e all’universo che gli sta intorno.
La mano è l’elemento di raccordo tra la dimensione del fare e quella del pensare ed è il legame ideale tra arte e scienza. Per l’Opificio Golinelli questa è una metafora perfetta (dal latino, opus-facĕre) come unione di azione e mente, di arte e scienza: ed è proprio un luogo dove le generazioni più giovani sono educate a superare la tradizionale dicotomia fra teoria e pratica.

Foto: Dettaglio della mostra U.mano alla Fondazione Golinelli
«L’antica alleanza che un tempo teneva unite arte e scienza – spiega Andrea Zanotti, Presidente di Fondazione Golinelli – sottintendeva intuizioni della mente e opere delle mani volte alla ricerca di quella discontinuità che nutre il progresso umano. È vero infatti che possiamo indagare il volto del futuro attraverso il calcolo delle probabilità e la capacità computazionale che toccano oggi nei big data il vertice più elevato; ma è vero anche che l’intuizione del futuro sta nelle anticipazioni, solitarie e dolorose, di scienziati e artisti che scrutano orizzonti a noi preclusi. È la solitudine di Leonardo che immagina con quattrocento anni di anticipo la capacità dell’uomo di volare».
Nella mostra le due grandi installazioni centrali rappresentano le mani chiuse, emblema della riflessione sulla propria origine e interiorità, e quelle aperte, che rappresentano invece l’esplorazione e la conoscenza del mondo circostante. Le mani sono un gioco di simmetria e sono sviluppate a partire dalla digitalizzazione della mano destra del fondatore Marino Golinelli: al termine della mostra la rappresentazione resterà esposta all’Opificio come simbolo del cammino del fondatore dal passato verso il futuro.
L’esposizione comprende anche due atlanti anatomici straordinari: il De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio e i Deux Livres de chirurgie di Ambroise Paré. Il percorso permette di conoscere il capolavoro realizzato nel corso del Settecento a Bologna con le cere anatomiche di Anna Morandi Manzolini, strumento di conoscenza e di riproduzione mimetica della realtà, ma anche straordinaria opera scultorea.

Foto: Mani di Pistoletto
Il percorso conduce il visitatore a un indice puntato verso il Cielo, a ricordare il destino di grandezza cui l’uomo è chiamato e che è tutto iscritto nel Giudizio Universale della Cappella Sistina.
Quel dito, reinterpretato da Michelangelo Pistoletto nel “quadro specchiante” che ripropone la Creazione di Adamo di Michelangelo nella contemporaneità, indica un’idea della Creazione diversa da quella della tradizione antica, in cui il tocco della mano rappresenta l’elemento di raccordo tra Creatore e creato, tra la pura capacità creativa e il mondo delle cose, avviando l’uomo alla conoscenza, invitandolo a sviluppare le proprie potenzialità. Un nuovo, possibile destino che, ancora una volta, è nelle nostre mani.
Ed è un destino che evolve nel segno del dominio della tecnica, che ci schiude possibilità inimmaginabili, fino alla ricostruzione della Battaglia di Anghiari, opera perduta di Leonardo la cui informazione in rete sono state ri-materializzate dai ragazzi che frequentano i laboratori sulla mostra della Fondazione Golinelli. Un ulteriore livello di percezione sullo spazio espositivo è offerto da un ulteriore laboratorio di gamification che ha trasportato temi della mostra nello spazio di un gioco immersivo in Virtual Reality.
L’ultimo passo nell’evoluzione della mano, conduce a un presente nel quale è protagonista l’arto bionico, un’opera di ingegneria avanzata realizzata dai giovani ricercatori di BionIt Labs srl che hanno progettato un arto innovativo e adattabile a ogni paziente. Lo sguardo sul futuro non deve far dimenticare “l’u.manità”, categoria dello spirito evocata dall’opera di Gianluigi Rocca Anatomia della Conoscenza (Le mani degli ultimi).
La mostra U.MANO è un esempio pratico delle attività che la Fondazione Golinelli sperimenta nel suo Opificio afferma il curatore Andrea Zanotti «Le cose che creiamo non possono essere solo utili ma devono anche riflettere quella bellezza senza la quale il genere umano rischia di perdere la sua parte immateriale, la più preziosa: lo spirito».