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  • A cura di Teresa Tardia

30 anni di Delos: Master Team in PR e Ufficio Stampa in Italia

Siamo presso gli uffici di Delos (http://www.delosrp.it/) a Milano nel cuore della cultura della città meneghina. Paola Nobile ed Annalisa Fattori festeggiano i 30 anni della loro attività professionale costellata da eventi di valore e prestigiose collaborazioni:


Come è cambiata la comunicazione in Italia e nel mondo?


Con l’avvento del computer prima, di Internet e dei social media poi, si può dire che per il nostro settore c’è stata una rivoluzione segnatamente per quanto riguarda le tempistiche con cui vengono veicolate le notizie, si sono abbreviati i tempi di comunicazione e di conseguenza anche l’organizzazione del lavoro. Più di recente, c’è stata una seconda onda d’urto - determinata dal digitale da un lato e dai costumi della società dall'altro – che ha generato un cambiamento piuttosto radicale del paesaggio dei media: un drammatico calo delle vendite dei giornali, una crescente precarietà nella categoria e, se è consentito generalizzare, un lento sfibramento del patto di fiducia con i lettori con conseguente disaffezione, che ha portato alla chiusura di molte testate periodiche e di diverse testate storiche quotidiane come l’Unità, o l’Avanti.


Quale ricordo conservate del vostro inizio e sodalizio professionale?


Ricordo soprattutto lo spirito che ci animava e l’entusiasmo con cui affrontavamo le sfide. Abbiamo stretto un patto di solidarietà che abbiamo rispettato. La nostra prima sede fu in Piazza Santo Stefano a fianco dell’Università degli Studi; occupavamo l’angolo di una stanza, in condivisione con la sede dell’associazione radiofonica Area, e la redazione di Smemoranda. Siamo partite solo con due tavoli Ikea, una macchina da scrivere e due telefoni. Allora Il fax era in condivisione e quando i comunicati stampa erano numerosi si usava il ciclostile, non esistevamo i cellulari quindi un giornalista o lo si trovava in redazione oppure si doveva aspettare. Non esisteva Internet, le immagini a colori erano diapositive, incollate su fogli bianchi dove, una per una, venivano scritte a macchina le didascalie. Il futuro ci sembrava luminoso e promettente, ed in effetti così è stato.



Paola Nobile e Annalisa Fattori


Cosa significa ora fare ufficio stampa culturale in Italia?

Significa contribuire a rendere più visibili le ricchezze del nostro patrimonio culturale. E’ una professione sicuramente privilegiata perché ti porta spesso a contatto con menti meravigliose, con la bellezza, del presente e del passato.


Quali sono gli eventi che vi hanno dato maggiori soddisfazioni?

Noi ci siamo occupate fin dal primo giorno sempre e solo di cultura, perché personalmente mi sarei annoiata a fare altro. Ho sempre creduto che la cultura possa fare la differenza. Che renda gli uomini e le donne migliori. Quindi promuovere un autore, un artista o un festival di approfondimento culturale, divulgare il pensiero scientifico o favorire la scoperta di nuovi talenti ci è sempre piaciuto. Fuor di retorica, mi sembra di partecipare anche in minima parte a scrivere una storia collettiva. Da giovanissima immaginavo che le nostre idee e le nostre azioni avrebbero cambiato il mondo. Non è stato così. Però sono stati molti gli incontri con scrittori, filosofi e pensatori, ho conosciuto molti Premi Nobel in campo umanistico e scientifico. E’ proprio grazie al tipo di lavoro che svolgiamo che ho potuto imparare molte delle cose che conosco. Se devi promuovere un’iniziativa o un autore, devi innanzitutto sapere di cosa si sta parlando, quindi non si smette mai di leggere ed imparare cose nuove.


Cosa vorreste fare che non avete ancora fatto nel settore che vi vede protagonisti e leader di mercato?

Amiamo il nostro lavoro, quindi non abbiamo aspirazioni diverse. Abbiamo consapevolezza dell’importanza di diffondere le notizie in modo corretto in un mondo spesso intossicato da notizie tendenziose o superficiali. Dunque, l’ambizione per il futuro è di continuare a fare il nostro lavoro al massimo delle possibilità e di contribuire alla formazione di giovani colleghe, secondo principi di etica e serietà, in modo che se ne svantaggi tutta la nostra categoria.



Il team Delos

Quanti PR avete formato?

Molte, soprattutto donne, alcune di queste hanno ricoperto in seguito ruoli di responsabilità ai vertici di aziende o enti oppure hanno scelto di praticare la professione in modo autonomo. Mi piace pensare di aver concorso anche solo per una piccola parte ai loro successi.


Qual è la vostra vision del mercato dell’offerta culturale in Italia?

L’Italia è un paese ricco di cultura e di cultura si può vivere. E la nostra pur limitata esperienza ne è testimonianza. Quello che manca oggi al Paese è una classe politica che sia sensibile all’argomento e che dia segnali di fiducia: la cultura può essere una straordinaria occasione di lavoro, uno strumento di coesione sociale e può rendere la vita più bella.


In che modo volete celebrare questo importante traguardo e anniversario e lasciare una pietra indelebile per il futuro?

Non amiamo le autocelebrazioni, quindi nessun festeggiamento social. Diciamo però che io e la mia socia siamo orgogliose di quanto fin qui costruito e cerchiamo in tutti i modi di mantenere nello studio quel clima di serenità e collaborazione che ci ha permesso di raggiungere con la nostra fantastica squadra i risultati ottenuti finora.

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